di
Usul Muad’Dib Ximenes
Oggi
sarebbero stati 96.
E
mi piace immaginarlo puro spirito etereo e pungente mentre osserva seduto
sulla sua poltroncina all’Allianz Stadium la partita di sabato
sera.
Un
misto di sofferenza e compiacimento per quanto visto ieri con
la sua Inter che combatte, raccolta intorno ad Handanovic, a difesa
del presidio. Una smorfia appena pronunciata, quella sua
particolarmente beffarda, al triplice fischio dell’arbitro in
direzione degli Agnelli che profuma di soddisfazione per un pari
difeso con le unghie e con i denti e che apre ai nerazzurri, pur
incompleti nell’organico e nelle soluzioni di gioco, orizzonti
inimmaginabili solo il giorno del raduno estivo.
Gli
sarebbe piaciuta l’Inter di Spalletti. Una squadra
herreriana conscia della propria forza e anche
dei propri limiti capace di alternare serate di spettacolo a
momenti, come ieri a Torino, di introspezione consacrati al
pragmatismo ed al cinismo di maniera.
Può
crescere ancora questa squadra e andare molto lontano in campionato.
Ovunque
arriverà la raggiungerà il suo sorriso di soddisfazione. Interista
per ottant’anni e per tutta la vita. E, quindi, Interista per
sempre.
Tanti
auguri Signor Peppino.
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