Intervista Esclusiva di Usul Muad’Dib Ximenes per www.interismiinusuali.blogspot.it
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“Non
si può parlare di crisi Inter: ha fatto 41 punti praticamente con la
stessa squadra che l’anno scorso ha combinato un disastro.”
“Non
si potrà prescindere dall’ottica dell’autofinanziamento ma sono
certo che si tratterà di un mercato attivo da parte dell’Inter.”
“Damiano
Tommasi sarebbe la soluzione per i mali del nostro calcio tanto
quanto un Vivin C lo sarebbe per una malattia gravissima.”
di
Usul Muad’Dib Ximenes
Michele
Criscitiello è giornalista
sportivo fin
dalla
giovane età. Si è finora occupato di NFL,
NHL,
rugby e soprattutto calcio.
È un volto
molto
noto di SportItalia di cui è Direttore
di
rete e conduttore. Dirige anche il famoso sito
di
calciomercato “Tuttomercatoweb”.
SULL’INTER
E SUL MERCATO
Al
giro di boa Inter 3° con 41 punti ma non vince dalla gara contro il
Chievo di inizio dicembre.
Vede
nel pari strappato a fatica contro la Lazio un segnale di
discontinuità nella recente flessione della squadra oppure l’uscita
dalla crisi è lungi dall’essere alle spalle?
“Non
si può parlare di crisi Inter: ha fatto 41 punti praticamente
con la stessa squadra che l’anno scorso ha combinato un disastro.
Per questo dico che Spalletti finora ha fatto un grande lavoro.
E
alcuni tifosi interisti molto critici verso la società dovrebbero
sempre aver presente un altro aspetto
importante: quando il tecnico toscano arrivò in nerazzurro gli
fu proposta una lista di rinforzi di alto livello che solo
per le note ragioni politiche cinesi non è
stato possibile inseguire.”
Fpf,
limiti di Pechino agli investimenti esteri nel calcio, dichiarazioni
di Ausilio che minimizzano le esigenze di rinforzi: dobbiamo
veramente aspettarci un’Inter spettatrice ed immobile sul mercato
di gennaio?
Se
no, che cosa si aspetta dai nerazzurri?
“Non
si potrà prescindere dall’ottica dell’autofinanziamento ma
sono certo che si tratterà di un mercato attivo da parte dell’Inter.
Non si faranno follie e si ragionerà nell’ottica degli scambi
mirati e delle cessioni dei giocatori che non rientrano nei
programmi. Anche se cedere giocatori pagati moltissimo come Joao
Mario e Gabigol espone a minusvalenze vista la svalutazione dei loro
cartellini.”
Dati
alla mano, i nerazzurri soffrono terribilmente nella fase di prima
costruzione e nella gestione della palla: oltre al trequartista non
servirebbero anche un giocatore con funzioni da regista ed una
mezzala con superiori tempi di gioco e che dia del tu alla palla?
È
paradossale come mentre il centrocampo del Milan abbia troppi
palleggiatori, quello dell’Inter non ne abbia alcuno. Ma questa è
una parte del problema: con tutto rispetto per Santon, Nagatomo e gli
altri, se vuoi vincere e costruire una squadra importante devi avere
in rosa due esterni bassi di un certo spessore.
Ramires,
Pastore, Cristante, Mkhitaryan,
De
Vrij, Barella, Chiesa: quale di questi giocatori aggiungerebbe
qualcosa all’Inter di Spalletti?
E
quale dei suddetti secondo lei avrebbe più possibilità di arrivare
all’Inter a gennaio o a giugno?
“Javier
Pastore senza ombra di dubbio. Perché conosce bene il calcio
italiano, perché può giocare in più ruoli, perché ha dribbling ed
è in definitiva davvero molto forte. Mkhitaryan è un altro
giocatore valido ma con tutto il rispetto per lui e visto che non
conosce il campionato italiano prenderei Pastore.
Obiezione
su Pastore: in una piazza ricca di stelle come quella parigina non ha
mai trovato piena consacrazione e, da ultimo, è terminato ai margini
del progetto PSG. Non c’è il rischio che ritorni dalla Francia un
giocatore incompiuto e che abbia nel frattempo disimparato?
“No,
no. Non credo proprio perché allenarsi con tanti e tali campioni ti
aiuta a crescere e non a indebolirti. Poi è evidente che un
calciatore di quel livello debba poter giocare con continuità. Per
non tacere che il campionato francese non vale generalmente quello
italiano con l’eccezione del Paris Saint Germain che gioca un
torneo a parte.”
SUI
RIMEDI AL DECLINO DEL CALCIO ITALIANO
Quando
abbiamo intervistato Mazzola, Burgnich, Pierpaolo Marino ed altri sui
mali del calcio italiano sono state ricorrenti le seguenti soluzioni
proposte:
-
più centri federali di formazione all’avanguardia;
-
più allenatori che curino non solo la fisicità ma anche l’aspetto
tecnico soffermandosi sui fondamentali;
-
riforma del campionato primavera e più spazio ai giovani indigeni.
Cosa
ne pensa di queste ricette e quali proporrebbe?
“Un
passo positivo è stato compiuto con la riforma del campionato
primavera che da quest’anno prevede il meccanismo delle promozioni
e delle retrocessioni.
Adesso
sarà fondamentale, come invocato da diversi addetti ai lavori,
l’introduzione delle cosiddette squadre B.
È
poi necessario compiere un lavoro a 360 gradi sugli allenatori
che andranno a formare i nostri giovani: sia su quelli con capacità
innate da sviluppare sia su quelli che andranno invece plasmati sia
tatticamente che tecnicamente.
Damiano
Tommasi sarebbe la medicina giusta per curare e far guarire il calcio
italiano?
“Assolutamente
NO! Damiano Tommasi sarebbe la soluzione per i mali del nostro calcio
tanto quanto un Vivin C lo sarebbe per una malattia gravissima. Le ho
detto tutto..”
SI
RINGRAZIA IL DIRETTORE MICHELE CRISCITIELLO PER LA DISPONIBILITÀ
E CORTESIA
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