di
Usul Muad’Dib Ximenes
Mai
visto finora uno Spalletti così nervoso nel dopo partita.
La
serata di Firenze, insieme a un punto comunque prezioso conquistato
su un campo storicamente difficile, lascia in dote al tecnico una
calza della befana che al posto di cioccolatini e dolciumi contiene
dubbi e certezze.
La
conferma statistica che le defezioni fisiche dei
D’ambrosio e Miranda hanno ridotto, specie dietro, un
reparto totalmente sguarnito di interpreti al punto da doverne
adattare altri nel ruolo. A quelle fisiche si aggiungono le
assenze di natura tecnica e psicologica e son quelle che
all’allenatore toscano pesano di più: proprio nel momento di
maggior bisogno i vari Brozovic, Joao Mario,
Eder (trasudava rabbia agonistica fino al rinnovo e poi..)
hanno palesato clamorosamente la loro inidoneità al progetto tecnico
e si comportano, né più né meno, come quelle coppie separate in
casa. In attesa di un futuro non più insieme.
Poi
arrivano i dubbi: anche in queste settimane di carburante e
condizione al lumicino, la squadra ha mostrato di avere un’anima.
Con Udinese e Sassuolo il pari sarebbe stato minimo sindacale. Con la
Lazio ha difeso lo 0-0 con le unghie. E ieri, nel deserto tecnico e
di idee mostrato, stava per portarsi via l’intera posta.
Basterà
questa garra per scollinare le attuali difficoltà e ritrovare lo
smalto indispensabile per mantenere la quarta piazza fino alla fine?
Sospetto
e consapevolezza qui si mischiano: le frecce a disposizione del
comandante Luciano sono finite e senza il soccorso di mezzi e truppe
ausiliarie da parte del quartier generale, non gli resterà che
condurre una guerra convenzionale con sassi e lance di legno.
Tutto ciò che gli è rimasto.
Lo
sa anche la (sua) mamma di ottant’anni.

Commenti
Posta un commento