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Il Derby dello yen



di
Usul Muad’Dib Ximenes

Suona l’ottava giornata. E Milano, quella che lavora, quella da bere e quella che tifa si trova da giorni sulle tribune idealmente già rumoreggianti di tifo e bandiere colorate che garriscono al vento del microclima del Meazza.

Sarà, quello di domani, il derby numero 219 nelle sole partite ufficiali comprensive di scontri in campionato e coppe. Nel computo totale è l’Inter a guidare l’ultrasecolare confronto dall’alto delle sue settantasette vittorie.
Ma che Derby sarà quello di domenica 15 ottobre?

D come Derby e come decisivo. Le due squadre sono separate in classifica da sette punti. Mentre l’Inter viaggia, a dispetto delle critiche al gioco, a vele spiegate in compagnia della Juve e del Napoli mangiatutto, il Milan si trova già innanzi al primo fondamentale bivio stagionale. Dopo i rovinosi capitomboli contro Lazio, Sampdoria e Roma la panchina di Montella comincia a scricchiolare. In sette giornate di campionato l’ex aeroplanino ha presentato sette schieramenti diversi nel modulo e negli effettivi. Complici alcune defezioni (Conti) e imbarazzanti crisi di identità (Bonucci) la squadra rossonera non è riuscita a trovare la metaforica quadratura del cerchio. Gli sponsor scappano (Audi dice addio alle sponsorizzazioni nel mondo del calcio mentre Adidas punterà tutte le proprie fiches sulla Juventus), i tifosi mugugnano e i dirigenti Mirabelli e Fassone che rinnovano la pubblica fiducia al proprio tecnico avranno già cominciato a delineare una exit strategy qualora la crisi non dovesse rientrare.

I come incassi. Le presenze certificate, 80.018, frutteranno un incasso record di 4,6 milioni di euro. Un dato che conferma il trend di inizio campionato con un incremento dei tifosi presenti negli stadi d’Italia.

S come statistiche e come Spalletti. Il valore delle due rose (stime di goldbet.it) si attesta sui 300 milioni cadauna. A seguito del mercato faraonico compiuto in estate la franchigia rossonera ha potuto beneficiare di un incremento di valore del 16%.
L’età media delle due rose vede l’Inter complessivamente più matura (27 anni contro i 25 di media dei rossoneri).
Il tecnico Spalletti incrocerà per la quarta volta in carriera il suo ex giocatore (ai tempi della Roma) Montella. Lo score premia nettamente il tecnico di Certaldo finora sempre vincitore negli scontri pregressi.
In termini realizzativi mentre il Milan ha concentrato la sua capacità realizzativa nei primi trenta di gara, l’Inter ha fin qui sentenziato gli avversari di turno per ben 8 volte nell’ultimo quarto d’ora di partita.

B come Bomber. L’assenza forzata di Kalinic lancerà (probabilmente) nell’orbita dei titolari il bomber di coppa Andrè Silva. Parliamo di due giocatori profondamente diversi per caratteristiche fisiche e tattiche. Il bomber croato, autentico punto di riferimento per i compagni è capace come pochi di tenere palla e accorciare. In sua assenza Montella perderà sicuramente qualcosa in termini di affidabilità ma col portoghese guadagnerà in imprevedibilità. Insieme al compagno di reparto Suso tenderà ad attirare fuori dalla zona centrale la coppia Miranda-Skriniar portando pressing sugli esterni bassi interisti (storico tallone d’Achille dei nerazzurri) in modo da creare superiorità e consentire l’inserimento in corsa dei centrocampisti. Sarà questa una delle chiavi di volta della gara perché la squadra nerazzurra ha finora dimostrato di soffrire queste situazioni di gioco.
Sull’altro versante del Naviglio la navigazione procede su binari di maggior certezza. Spalletti insisterà con molta probabilità sul modulo e sugli uomini che gli hanno finora consentito un percorso quasi netto. C’è curiosità di scoprire se l’atteso portoghese Cancelo, finora ai box per un infortunio, troverà una maglia, da titolare o in corso di gara, magari al posto dell’incostante Candreva di questa prima parte di stagione. L’assenza di Brozovic dovrebbe spianare la strada come pedina sulla trequarti al lusitano Joao Mario. Icardi intoccabile come vertice avanzato supportato dalla verve di Perisic sistemato sulla trequarti sinistra.

Y come yen. Soldi. Tantissimi soldi. Alle spalle dell’Inter un colosso come Suning che dopo i bagordi dell’annata precedente ha dovuto rivedere le proprie velleità di spesa in un’estate segnata dai paletti del Fair play finanziario e dalla stretta agli investimenti sul calcio e sulle aziende estere del governo di Pechino. Al Milan si respira un’altra aria. L’azionista di maggioranza, Mister Li, non gode di simpatie particolari nelle stanze dei bottoni pechinesi. Voci insistenti di corridoio parlano di una frenetica ricerca di soci facoltosi che lo aiutino ad immettere nuova liquidità e far fronte al prestito monstre di 300 milioni di euro di cui il fondo Elliott chiederà restituzione con abbondanti interessi. Pena la perdita proprio a favore di quest’ultimo della proprietà rossonera.

Ma questa è un’altra storia. Il confronto pronto e apparecchiato.


Il Derby può finalmente avere inizio.  

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