di
Usul
Muad’Dib Ximenes
Se
Annibale Frossi, ex giocatore ed allenatore dell’Inter passato alla
storia per la sua miopia e per essere stato precursore ante
litteram dei giocatori in campo con gli occhiali, avesse potuto
osservare la partita di ieri sera ne sarebbe stato oltremodo
orgoglioso ed affascinato.
Essendo
un convinto teorico della rara bellezza del pareggio a reti bianche,
non avrebbe potuto fare a meno di elogiare a distanza di settant’anni
l’Inter scesa in campo al San Paolo.
“Conosci
te stesso prima ancora del tuo avversario”. Il lavoro di Spalletti
prende le mosse da una massima di psicologia di base. E così è
accaduto. Consapevole di non poter sfidare con le sue stesse armi,
senza uscirne malconcio, un avversario più dotto e più esperto
capace di muoversi a memoria e in sincrono financo nel buio,
l’allenatore interista ha predisposto le sue contromosse. Squadra
corta e capace nel primo tempo di portare un pressing ficcante ed
efficace sui primi portatori di palla avversari riuscendo al contempo
a non smarrire le posizioni e a svolgere un duro lavoro di densità.
Determinando in tal modo la chiusura delle fonti di gioco degli
avversari ridottisi ad elemosinare le poche chance lasciate loro.
Nel
secondo tempo il fattore stanchezza ha influito sui padroni di casa
reduci dall’impegno infrasettimanale e sugli ospiti per l’enorme
sforzo di applicazione e concentrazione profuso nell’arco di 93
tiratissimi minuti.
Senza
concedere nulla ai fronzoli e all’estetica l’Inter ha giocato la
sua migliore partita in campionato. Perché, pur affrontando una
squadra sulla carta migliore per conoscenze tattiche acquisite e per
sapiente applicazione delle stesse, è riuscita nella partita secca a
colmare e ad
annullare
il divario esistente celebrando le virtù delle individualità
tecniche al servizio del comune bene collettivo.
Al
resto hanno pensato Handanovic, risolutivo nelle occasioni in cui è
stato chiamato in causa, e il sempre più sorprendente Skriniar che
al netto di qualche fisiologica sbavatura ha vinto i numerosi duelli
individuali contro Mertens e compagnia.
Pur
terminando in parità il vincitore ideale della contesa è stato
Spalletti. Mai datosi per vinto prima della gara, mai domo durante lo
svolgimento della stessa e profondamente convinto di un futuro
inaspettatamente così luminoso al triplice fischio finale
dell’arbitro.
Commenti
Posta un commento