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INTERVISTA ESCLUSIVA A TARCISIO BURGNICH


L’INTER HA GIÀ I GIOCATORI PER VINCERE IL CAMPIONATO”

NESSUNO COME HELENIO HERRERA”

SERVIREBBE UNO COME ARTEMIO FRANCHI PER SISTEMARE LA FIGC”


Roccia in campo e nella vita”

di Usul Muad’Dib Ximenes

Una vita spesa per il calcio: terzino, stopper e libero dell’Inter euromondiale più vincente di sempre. Marcatore implacabile nel campo e nella vita. Basta la parola. Anzi, due: Tarcisio Burgnich

Buongiorno Signor Burgnich, mi concederebbe qualche minuto del suo tempo per intervistare un’autentica Leggenda?

(Sorride)… D’accordo, volentieri.

Qualche giorno fa lei ha ricordato l’esempio del 1966 e la scelta autarchica di Artemio Franchi che pose le basi per i vittoriosi europei del 1968 e per i mondiali del 1970. Ma oggi, nel 2017, il mondo è completamente cambiato. Esistono i vincoli dell’Unione Europea che non consentirebbero limitazioni alla libera circolazione dei calciatori. Inoltre, sostiene qualcuno, limitare l’arrivo degli stranieri farebbe perdere ulteriore competitività al nostro campionato.
Come risponderebbe a queste obiezioni?

Anzitutto focalizzerei la mia attenzione sempre sui settori giovanili. I nostri settori giovanili sono pieni di stranieri. Qui il discorso non è impedire di far arrivare il Maradona di turno nelle grandi squadre ma il fatto che si punti sui giovani ragazzi stranieri, acquistati a dieci, per poi essere rivenduti a trenta. Un’esclusiva questione di soldi e di interessi. E poi trovo assolutamente normale che questi ragazzi abbiano una marcia in più: vengono da situazioni segnate da guerra e fame e hanno anche la spinta caratteriale per imporsi. I ragazzi italiani, per ovvie ragioni, hanno bisogno di più tempo per emergere. Sono destinati a farsi e imporsi più lentamente di un giovane straniero che lotta per il proprio pane.

Mi sembra di capire che per lei la gestione dei settori giovanili sia questione centrale della crisi del calcio italiano..

Guardi, comincio col dirle che ai nostri tempi un allenatore del settore giovanile stava per giorni a imporre ai giovani i fondamentali del palleggio e della tecnica. Parlo ovviamente di quei tecnici che avevano effettivamente le competenze per poterlo fare. Io ad esempio, che sono stato anche allenatore, non potevo permettermi di educare dal punto di vista tecnico un giocatore. Potevo infondergli l’esempio della forza, del carattere e del furore agonistico. Ecco qual è uno dei problemi: la Federazione dovrebbe avvicinare e coinvolgere coloro che sono stati i giocatori più tecnici per riutilizzarli nei settori giovanili. I giovani imparano vedendo da coloro che sono capaci di mostrare loro i fondamentali e la tecnica. Gente come Mario Corso e Roberto Baggio. I ragazzi hanno bisogno di questo: di insegnanti che educhino loro alle basi del gioco e che insistano su questi aspetti. Mentre oggi basta solo vincere.

In un mio editoriale dello scorso martedì ponevo l’attenzione su cause e possibili soluzioni al disastro attuale del calcio di casa nostra: la mancanza per numero e spessore di centri federali di formazione all’avanguardia. Una politica di selezione meritocratica dei giovani calciatori che affianchi allo sviluppo della fisicità quello dei fondamentali e della tecnica di base. La riforma del campionato primavera che renda più agevole il passaggio al professionismo dei nostri giovani. Cosa pensa di queste proposte e che altre soluzioni avanzerebbe?

La FIGC, per primissima cosa, dovrebbe stabilire due-tre centri federali di formazione in ogni regione d’Italia: luoghi ove formare, e stimolare, con tecnici validi i giovani più interessanti. Servirebbe qualcuno con le palle come il Dott. Artemio Franchi per sistemare questo nostro calcio. Qualcuno capace di sottrarre il peso decisionale a club e procuratori che oramai decidono e comandano ogni cosa.

Le piace l’Inter di Spalletti? Cosa manca a questa squadra per poter competere con Juventus e Napoli?

A questa squadra non manca nulla. L’Inter ha un undici titolare migliore di Napoli e Juventus ed ha già i giocatori per vincere il campionato. Si ritrovano tanta gente con personalità e spero solo che si preservi lo spirito di squadra e di gruppo. Lo spogliatoio unito insomma. Se riusciranno a tenere fino in fondo lo spogliatoio unito questi non hanno problemi per vincere il campionato.
Vuol sapere che cosa farà la differenza? La gestione degli scontenti. Di coloro che giocano poco e vanno spesso in tribuna. Lì entrerà in gioco il ruolo della società che dovrà essere brava ad aiutare l’allenatore: un tecnico è in imbarazzo quando deve mandare in panchina o in tribuna un giocatore bravo che quando è scontento tende a brontolare e a creare problemi.

Qualcuno ha azzardato un paragone tra Spalletti ed i grandi tecnici dell’Inter passata come Mourinho ed un signore che lei conosceva piuttosto bene, Helenio Herrera. È un paragone ardito o rivede nel tecnico toscano qualcosa del Mago (Herrera, ndr)?

(Sospiro malinconico) No.. Il Mago era unico. Pensi solo agli allenamenti. Quando diventai allenatore e facevo la metà di quello che ci faceva fare lui i miei giocatori eran tutti in barca. Il Mago ci faceva allenare duramente col pallone, l’attrezzo del mestiere, che è più difficile che fare giri di campo e correre. Il mercoledì, che era il giorno più duro, tornavo a casa talmente stanco da dover andare direttamente a dormire senza mangiare. Herrera era così. Unico.

Da difensore arcigno qual era sui campi di calcio, cosa pensa dell’abitudine moderna di marcare a zona sulle palle inattive?

Mi capita di vedere delle robe… I grandi giocatori di oggi, che fanno anche cento gol l’anno, ai miei tempi esagerando ne avrebbero fatti un quarto.. Noi marcavamo a uomo, stretti sull’avversario. Pensi a giocatori come Gigi Riva e Boninsegna. Le parlo di grandi giocatori. Eppure facevano fatica a far gol perché eravamo sempre lì attaccati a loro.

Vede un nuovo Burgnich nel calcio di oggi?

No. Per la verità seguo un pochino meno rispetto a prima. Dopo di me è venuto Claudio Gentile nel quale mi rivedevo molto perchè aggrediva l’avversario facendogli sentire la marcatura. Sono figlio di un calcio diverso segnato dalle marcature fisse.

Helenio Herrera stravedeva per i giocatori seri e concentrati sul lavoro quotidiano di cui lei e Facchetti eravate principali alfieri. Secondo la sua opinione, c’è qualche giocatore dell’Inter attuale che per cui il Mago avrebbe potuto stravedere? Forse Ivan Perisic e Milan Skriniar?

Lui stravedeva per quei giocatori capaci di essere d’esempio. A me, che ero un calciatore naturalmente molto fisico e aggressivo, incentivava in modo che anche gli altri potessero seguire il mio esempio. Oggi è venuto meno quello spirito di umiltà e concentrazione che lui amava e che infondeva in tutti noi calciatori. Vedo nei giocatori di oggi tante primedonne che avrebbero avuto grosse difficoltà ad andare d’accordo col Mago.


SI RINGRAZIA IL SIG. TARCISIO BURGNICH PER LA CORTESIA E LA DISPONIBILITÀ

Tutti i diritti sono riservati. Il contenuto e la riproduzione, anche parziale, dell’intervista sarà possibile solo dietro esplicita menzione dell’autore della stessa, Usul Muad’Dib Ximenes, e della pagina “Interismi Inusuali”. Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge.



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