di
Usul Muad’Dib Ximenes
Aldo
Serena oltre ad essere stato un grande centravanti sui campi di gioco
è ora apprezzato commentatore tecnico per le reti Mediaset. Campione
d’Italia con l’Inter dei record nel 1989 è, tra le altre cose,
anche un doppio ex di Inter e Torino. Lo abbiamo intervistato, in
esclusiva per i lettori di Interismi Inusuali, a poche ore dalla
sfida con i granata.
Gentile
Signor Serena, grazie per aver accettato il nostro invito.
Prego.
Domani
l’Inter affronterà la prova Torino: vincendo, Spalletti
eguaglierebbe Bersellini con sei vittorie consecutive casalinghe
dall’inizio del campionato. Che partita si aspetta domani?
Con
un pubblico straordinario come quello che si annuncia al Meazza ci
saranno motivazioni straordinarie per tutti i giocatori nerazzurri.
D’altro canto c’è un Torino che ha preso una bella boccata
d’ossigeno contro il Cagliari e cercherà di invertire la rotta in
una stagione che avrebbe dovuto vedere i granata da protagonisti.
Cosa che al momento non si è verificata.
La
sfida di domani prevede un confronto nel confronto, ossia quello tra
due dei migliori bomber della serie A, Icardi e Belotti. Sotto il
profilo tecnico e tattico quale dei due le piace di più e perché?
Credo
che Icardi sia uno stoccatore unico in area di rigore. È bravissimo
in tutto: ha la potenza nel tiro, è bravo nelle deviazioni ed in
area di rigore è l’equivalente di un professore che non ha niente
da imparare.
Quanto
alla fase di non possesso, specie fuori area di rigore, è in corso
una trasformazione grazie alla sua applicazione ed all’indubbio
lavoro di Spalletti.
Belotti
è un giocatore d’attacco a 360 gradi. È attaccante che lavora
molto per la squadra, non è mai domo ed ha una notevole resistenza
allo sforzo. In area di rigore è molto bravo ma, secondo me, non è
al livello di Icardi.
Va
fatta poi l’ovvia precisazione come i due giocatori stiano
attraversando momenti molto diversi. Belotti è infatti reduce da un
lungo infortunio e anche nella partita contro il Cagliari ha
dimostrato di non essere ancora nella migliore condizione.
Mauro
Icardi malgrado l’ottimo score non è esente da certa critica.
Specie in trasferta e contro le squadre chiuse gli si rimprovera la
scarsa propensione al palleggio e al dribbling non esattamente
memorabile. Il che, unito al bassissimo numero di palloni giocati e
ad una certa monotematicità lo renderebbero sterile e prevedibile.
Condivide questa lettura?
Sarò
molto franco: un giocatore può adattarsi ma non trasformarsi. Col
tempo può lavorare in allenamento per potersi modificare. Ho la
sensazione che abbia intrapreso con convinzione, un certo percorso.
Al netto di una innegabile applicazione, non è ancora un attaccante
che in fase di non possesso faccia notevole lavoro di copertura.
L’argentino poi non è un attaccante che parte in dribbling dalla
trequarti riuscendo a bersene tre. Non ha propriamente quelle
caratteristiche. Ha un fisico notevole ed è bravissimo a difendere
la palla: dovrebbe sfruttare meglio queste doti, quando il team è in
difficoltà, per far salire maggiormente squadra e compagni.
Potrebbe, inoltre, dialogare proponendosi più frequentemente per
l’uno-due sulla trequarti anche in virtù dell’atteggiamento
tattico dell’Inter che prevede sempre un centrocampista alto (Borja
Valero, ndr) sempre a sostegno della prima punta e con i due
esterni che possono chiudere e tagliare dentro.
Realisticamente
quanto crede che Icardi possa migliorare ancora?
Parliamo
di un giocatore che ad appena 24 anni è andato in doppia cifra per
diverse stagioni di fila. È quindi un top assoluto. Perché se fai
un gran gioco per la squadra ma segni pochi gol avrai sempre meno
titoli sui giornali e minor quotazione di mercato rispetto a chi fa
gol. E lui fa tanti gol.
Ovviamente
segnare non basta. Il desiderio del gol spinge il giovane ad
affermarsi. Ma solo con la vittoria dei trofei si ottiene la vera
consacrazione che ti proietta nell’Olimpo. Vedo in Icardi, già a
partire dall’anno scorso con Pioli, quel cambio di mentalità che
porta un giocatore a mettere i propri gol e le proprie prestazioni al
servizio della squadra per consentirle di raggiungere risultati e
prestigio. Lui sta entrando in una fase importante della sua vita da
professionista ed ha bisogno di qualche vittoria della sua squadra
per consolidarsi anche individualmente come campione.
Da
giocatore prima e commentatore poi ha avuto l’indubbio piacere
professionale di giocare e ammirare tanti grandi campioni. Esiste un
giocatore della sua generazione o di quelle successive cui, secondo
lei, Icardi è paragonabile? Potrebbe dirci il perché?
(Segue
un silenzio assorto di riflessione) Più che della mia
generazione mi ricorda tanto un calciatore che stava terminando la
propria carriera quando io cominciavo la mia: Paolo Pulici del
Torino. Che era un giocatore fantastico in area di rigore che viveva
per il gol. Ed in fase di non possesso non era sempre presente come
il compagno di reparto Graziani. Ecco, a me Icardi ricorda proprio
Pulici.
Come
finirà Inter-Torino?
Io
credo che con la spinta di un pubblico del genere, dato il momento
particolarmente favorevole e la presenza di un tecnico pragmatico e
volitivo come Spalletti, l’Inter cercherà con la tenacia finora
dimostrata di ottenere i tre punti e vedo un Torino un po’ in
difficoltà perché squadra ancora alla ricerca di sé stessa.
Si
ringrazia il signor Aldo Serena per la disponibilità e la cortesia.
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