di
Usul Muad’Dib Ximenes
Il
binomio Inter - Fair Play Finanziario ha generato nel tempo
più discussioni di quelle relative all’esatta colorazione del
crine del cavallo bianco di Bonaparte.
Varato
nel 2010 per dare applicazione al principio dello “spendere
entro i limiti dei propri ricavi “ si è scontrato con le
facili scorciatoie perpetrate dai club più ricchi e potenti.
Finora
c’è chi ha pagato un obolo (Psg e City) e chi di
pagare non ha ancora smesso di farlo, come l’Inter.
Nel
2015, il presidente nerazzurro Erick Thohir sottoscrive
con gli organi Uefa un accordo calato dall’alto: il famigerato
Settlement Agreement che impose una robusta cura dimagrante
in termini di costi, budget mercato, tetto ingaggi calciatori.
Nello stesso anno, l’Uefa allenta le maglie delle regole per garantire
maggior flessibilità ed apertura agli investimenti.
Questo
Fpf 2.0 impone la regola del cosiddetto “Break
even” anche detto “risultato aggregato”: una lente
di ingrandimento sulle ultime tre stagioni sportive che impone
a tutti i club, per ottenere la licenza Uefa e partecipare alle
coppe, una perdita aggregata non superiore ai 30 milioni di €
nell’arco di quelle stesse stagioni (2015-2016;
2016-2017; 2017-2018).
L’Inter
deve rispettare gli accordi stipulati nel 2015 ma al
contempo anche il suddetto Break Even: nel 2015-2016
chiuse l’esercizio sotto di 30 milioni; nel 2016-2017
raggiunse il pareggio; e stessa sorte dovrà accadere nella
stagione attuale per poter rispettare il disavanzo massimo previsto.
Superando l’esame a giugno 2018, si otterrebbero due piccioni in un colpo solo. Il rispetto del Settlement Agreement (che verrebbe meno) e anche quello del break even.
Superando l’esame a giugno 2018, si otterrebbero due piccioni in un colpo solo. Il rispetto del Settlement Agreement (che verrebbe meno) e anche quello del break even.
Dal
2019 l’Inter avrebbe così la possibilità di investire
massicciamente sul mercato previa approvazione, da parte
dell’Uefa, di un dettagliato piano di rientro nel triennio o
quadriennio successivo.
Dopo
anni grami e di dieta, una piccola luce di speranza in fondo al
tunnel delle ristrettezze.
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