di
Usul Muad’Dib Ximenes
Deloitte
Football Money League 2018.
Si
tratta di un’enfasi anglofona per definire la classifica dei club
più virtuosi ed abili a generare ricavi nel 2017.
Fanno
la voce grossa, come prevedibile, le squadre della Premier League
(ben dieci nelle prime venti posizioni). Poche sorprese invece nella
Top Ten con le grandi di Spagna, il “qatariano” Psg ed, ultima
della lista nonché unica tra le italiane, la Juventus.
La
sorpresa è l’Inter, fuori dai ricavi dell’Europa nobile della
Champions dall’ormai lontano 2011, balzata a sorpresa al 15°
posto . Ricavi in aumento per 83 milioni di € rispetto al 2016
e ben 130 provenienti da contratti e sponsorizzazioni stipulati dopo
l’avvento della proprietà cinese.
Non
è tuttavia solo oro a 24 carati quello proveniente dall’estremo
oriente. È stata infatti la stessa società nerazzurra,
nell’informativa rilasciata agli investitori dopo l’emissione del
bond da 300 milioni, a sottolineare le difficoltà di incassare
concretamente i denari dovuti in base agli accordi di
sponsorizzazione sottoscritti con Suning ed altri players commerciali
cinesi.
Dal
30 settembre 2017, sono ben 45 i milioni di € già maturati e
non ancora giunti, sul conto corrente interista, causa
ritardi della “burocrazia mandarina” nel controllo dei capitali,
conseguenza quest’ultima dei noti limiti posti alla remissione di
valuta estera della Cina.
Luci
ed ombre dell’oro cinese: si vede, si legge e non è immediatamente
tangibile nè esigibile.
Ma
pur sempre di oro (vero) si tratta.
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